A Londra esiste uno spazio pubblico chiamato "Speakers' corner", in cui ognuno può esprimere in pubblico la propria opinione. Questo spazio, riprendendo tale idea, si circoscrive non agli oratori, bensì ai lettori, che silenziosi si nutrono di romanzi.
Secolo XIV, Sardegna catalana. Donna Violante Carroz, prima feudataria donna - personaggio storico di cui le cronache restituiscono un'immagine sbiadita -sbarca sull'Isola in un settembre luminoso nel golfo salmastro della città bianca: Cagliari. Un velo nero le copre il volto. In testa e pesante sul cuore un compito sproporzionato e non voluto: governare il feudo di una parte montuosa della Sardegna. È invisa ai più e soprattutto ai potenti locali Violante, per questa inaudita successione femminile del feudo, ottenuta con prepotenza dal nonno Berengario, per salvare i domini dei Carroz. Violante inizia così il percorso dei castelli, da quello di Cagliari, di cortigiani ruvidi e infidi, passando per quello di San Michele brulicante di uno scomodo passato familiare che apprende dalla voce di una loquace donna di corte, fino al castello di Quirra che abbraccia dalla rupe il feudo di valli profonde. Accompagnata da una sensibilità fanciullesca che alimenta con ricordi agrodolci della madrepatria, Donna Violante è chiamata a responsabilità e decisioni che non sente sue, aliena da una visione dominatrice e perciò figura femminile sorprendentemente moderna in un medioevo bellicoso. Ad ossessionarla ma anche a guidarla è un tracciato onirico, vera narrazione parallela di incubi e visioni, maledizioni e leggende. Realtà pietrosa e fiabesco si mescolano, in una dualità che risponde alla Violante creatura eterea ma con un cuore mosso da passioni terrene.